LINFEDEMA DELL'ARTO SUPERIORE, OVVERO IL "BRACCIO GONFIO"
In alcuni casi,
l’asportazione dei linfonodi ascellari, ed in minor misura del linfo-
nodo sentinella, può rallentare la circolazione della linfa dell’arto,
che si accumula nei tessuti, potendosi tradurre in un gonfiore visibile
di tutto il braccio o di parti di esso oppure della mammella. La linfa
che ristagna origina il cosiddetto linfedema, che si può formare
gradualmente nell’arco di pochi giorni o anche dopo diversi anni
dall’intervento.
I più comuni sintomi del linfedema sono: il gonfiore, il senso di pienezza e pesantezza del braccio interessato, la difficoltà ad alzare l’arto, l’irrigidimento della pelle, la riduzione della capacità motoria o della flessibilità della mano o del polso, la difficoltà a infilare il braccio nella manica della giacca o della maglia, il senso di compressione dato da anelli, orologio o braccialetti.
Possiamo distinguere tra:
I più comuni sintomi del linfedema sono: il gonfiore, il senso di pienezza e pesantezza del braccio interessato, la difficoltà ad alzare l’arto, l’irrigidimento della pelle, la riduzione della capacità motoria o della flessibilità della mano o del polso, la difficoltà a infilare il braccio nella manica della giacca o della maglia, il senso di compressione dato da anelli, orologio o braccialetti.
Possiamo distinguere tra:
- linfedema postoperatorio transitorio: dovuto al trauma chirurgico;
-
linfedema secondario:
dovuto a traumi o a processi di tipo infiammatorio, compare a distanza
di mesi o anche anni dalla data dell’intervento.
Inoltre, il linfedema può essere:
- transitorio: compare immediatamente dopo l’operazione, è dovuto all’interruzione linfatica e si risolve in poco tempo;
- cronico;
- evolutivo;
-
acuto infiammatorio: causato da un’infezione.
IL TRATTAMENTO DEL LINFEDEMA
Nel caso in cui il
linfedema dovesse presentarsi, una serie di soluzioni da concordare con
il proprio medico possono essere d’aiuto a risolvere il problema. In
particolare:
- le terapie fisico-motorie (linfodrenaggio manuale e meccanico, ginnastica, nuoto, tecniche di rilassamento);
- la dieta ipocalorica, ipolipidica e ipoclorica;
- il trattamento farmacologico (fibrinolitici, diuretici per la diminuzione dei depositi interstiziali, antistaminici e antinfiammatori, antibiotici in caso di linfangite, antimicotici in caso di micosi);
-
l’intervento chirurgico (anastomosi linfo-venosa) ancora oggi soggetto a studi
LE POSIZIONI DI DRENAGGIO
In relazione alla
gravità del linfedema, il medico valuterà la soluzione migliore o una
combinazione tra le diverse terapie. In ogni caso, alcune accortezze
possono essere utili per contribuire a risolvere la situazione. Per
aiutare il drenaggio del liquido, infatti, è utile assumere regolarmente
le cosiddette posizioni di drenaggio, in modo da sfruttare la forza di
gravità per favorire lo scorrimento verso il collo
- A letto: appoggia il braccio su un cuscino piegato, sistemato al lato del corpo, in modo che risulti in posizione declive rispetto al tronco.
-
Da seduta: appoggia sempre il braccio o sul tavolo o sul bracciolo della poltrona, in modo che la mano sia più in alto della spalla
LINFANGITE
Il linfedema e la rallentata circolazione linfatica possono predisporre l’arto a pro- cessi infiammatori o e infettivi che si manifestano con arrossamento della cute, dolore, calore, febbre ed aumento del volume dell’arto. Gli episodi di linfangite possono essere causati da qualche evento traumatico per l’arto come punture di insetti, piccole ferite, sforzi prolungati, scottature. È necessario rivolgersi tempestivamente al proprio medico. La cura consiste in una terapia farmacologica a base di antibiotici ed antinfiammatori.Fonte ANDOS
Per maggiori informazioni sul tumore al seno www.massimovergine.it
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