La mastopatia fibrocistica
Il termine mastopatia fibrocistica è un termine molto
generico ( talvolta vengono usati i termini di displasia mammaria, mastite
cronica , mastosi cistica), per indicare un gruppo di alterazioni della mammella
che possono comparire isolate o associate tra loro , che interessano sia il
tessuto ghiandolare che il tessuto stromale .
La mastopatia fibrocistica ha massima incidenza tra i 35 e i
45 anni , durante la seconda metà del periodo fertile della donna e dopo la
menopausa tende ad una progressiva perdita di attività.
Clinicamente la mastopatia fibrocistica è nella sua fase
conclamata, caratterizzata dalla
comparsa di noduli variabili in numero e dimensioni( dalla cisti isolate da
pochi millimetri ad alcuni centimetri, alle classiche numerosissime
micronodulazioni nel contesto di addensati ghiandolari fino a configurare la
sensazione tattile di palpare “pallini di piombo” , molto spesso associate a senso
di tensione mammaria con dolorabilità spontanea o alla palpazione.
Questo quadro talvolta può variare in relazione
al ciclo mestruale ,a confermare l’importanza dell’influenza estro-progestinica
sul tessuto mammario.
Dal punto di vista anatomo-patologico nella
mastopatia fibrocistica inizialmente si apprezzano soprattutto cisti di
dimensioni millimetriche , e talvolta associate a cisti di dimensioni maggiori,
con epitelio in metaplasia apocrina: successivamente tende a comparire, ed ad
aumentare nel tempo, una fibrosi stromale in conseguenza di ripetuti micro
focolai infiammatori pericistici, tali processi patologici si associano ad
alterazioni sia di tipo proliferativo che non proliferativo a monte delle
dilatazioni cistiche stesse ,vera causa della mastopatia fibrocistica.
Si distinguono tre gruppi di condizioni in
grado di provocare la mastopatia fibrocistica :
a lesioni
non proliferative
b lesioni proliferative senza atipia
c lesioni proliferative con iperplasia atipica
Lesioni non proliferative
Sono presenti nel 70% delle biopsie eseguite
per mastopatia fibrocistica
Tale gruppo comprende
-CISTI SEMPLICI , neoformazionin a contenuto liquido, di
dimensioni variabili, da microscopiche a grosse masse palpabili, derivate dalla
dilatazione dei lobuli dei dotti terminali.
In realtà la dilatazione cistica del lobulo
rappresenta il momento finale di un meccanismo patogenetico in grado di
provocare ostruzione a monte del lobulo stesso, quasi sempre a livello di un
dotto terminale, con successiva stasi di secreto che non potendo essere
riassorbito lungo le arborizzazioni del lobo ghiandolare, ristagna a valle
dell’ostruzione provocando, con le variazioni ormonali periodiche, la graduale
distensione del lobulo.
Nelle giovani donne talvolta puo aversi una
risoluzione rapida del quadro clinico con scomparsa pressoche totale delle
cisti quasi sempre con le mestruazioni e quindi con la caduta degli ormoni
circolanti, senza che si renda necessario alcun intervento o biopsia.
ALTERAZIONI PAPILLARI:
Sono caratterizzate da una proliferazione
papillare dell’epitelio dei dotti, spesso plurifocale, a determinare
l’ostruzione del dotto e la successiva dilatazione cistica
IPERPLASIA TIPICA , dell’epitelio dei dotti
caratterizzata da una proliferazione in più di due ma meno di quattro strati
dell’epitelio del dotto che viene ridotto in modo critico di calibro mantenendo
una modesta pervietà.
Le pazienti con lesioni non proliferative, confrontate con la popolazione femminile generale, non presentano un aumnento del rischio di sviluppare un cancro.
Lesioni proliferative senza atipie
In tale gruppo sono comprese
IPERPLASIA TIPICA MODERATA O FLORIDA
caratterizzata da proliferazione intraduttale di cellule epiteliali a formare
più di quattro strati di cellule con tendenza a formare ponti o aggregati
papillari e ad occludere irregolarmente ed incostantemente il lume duttale.
Tali cellule conservano aspetti di assoluta benignità per forma, dimensioni e
orientamento
ADENOSI SCLEROSANTE, che si può manifestare
come massa palpabile , in addensato nodulare , a margini indistinti e
consistenza aumentata.
Lesioni proliferative con iperplasia atipica
In tale gruppo rientrano lesioni che possiedono
alcuni aspetti, ma non tutti, del carcinoma in situ duttale (DCIS) o lobulare
(LCIS).
Clinicamente tale situazione è indistinguibile
da altra patologia , potendosi manifestare con masse palpabili isolate
aspecifiche fino ad aspetti a tipo mastopatia fibrocistica.
Istologicamente l’iperplasia atipica può
interessare sia l’epitelio dei dotti che l’epitelio dei lobuli; la diagnosi
differenziale con il carcinoma in situ pone seri problemi all’anatomo-patologo.
Il rischio di sviluppare un cancro invasivo è
da 3 a 5 volte maggiore rispetto alla popolazione generale, ancor più se vi e
familiarità.
La scarsa evidenza clinica ed il rischio
neoplastico deve suggerire nei casi di iperplasia atipica stretti controlli
ecografici e oltre i 40 anni anche mammografici.
Nei casi sospetti sarebbe meglio intervenire
chirurgicamente .
In conclusione , almeno il 70% delle donne con
mastopatia fibrocistica indotta da lesioni non proliferative non è a rischio di
sviluppare un carcinoma mammario.
Nel restante 30% dei casi il rischi di
sviluppare un cancro è da 2 a 4 volte superiore rispetto alla popolazione
normale: tale rischio è particolarmente significativo nelle donne con
iperplasia atipica e in quelle con storia familiare di cancro mammario.
Da i Tumori della Mammella - Smit edizioni
per approfondimenti vai su www.massimovergine.it a Cura del Prof. Massimo Vergine
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