Il
rapporto tra terapie ormonali sostitutive in menopausa e rischio di sviluppare alcune forme
tumorali è ormai da decenni un argomento piuttosto dibattuto. Cerchiamo di fare
un po' di chiarezza sull'argomento.
Fino
al 2000 i ginecologi hanno prescrritto in abbondanza terapie ormonali
sostitutive (TOS), richieste dalle stesse donne per tamponare i sintomi della
menopausa quali insonnia,
vampate,irritazione,depressione,secchezza vaginale,osteoporosi ,dolori
ossei,affaticamento cardiaco,alterazione della pressione arteriosa, aumento di
peso.
L’aumento
di rischio del tumore mammario associato all’uso prolungato di terapia ormonale
sostitutiva (TOS) è stato collegato ad
una aumentata espressione dei recettori estrogenici nel tessuto mammario.
Bisogna
comunque considerare per molte donne dopo aver iniziato la terapia ormonale
sostitutiva la qualità di vita è notevolmente migliorata.
Già
Umberto Veronesi proprio per azzerare il rischio oncologico consigliava di
associare minime quantità di tamoxifene.
Molti
studi infatti hanno dimostrato negli ultimi anni una tendenza di diminuzione di
rischio di sviluppare tumori al seno durante la terapia ormonale sostitutiva.
Un
consiglio comunque da dare alle pazienti in trattamento con terapia ormonale
sostitutiva è quello di sottoporsi sempre a normali controlli ecografici e
mammografici in modo da avere sempre sotto controllo le mammelle ed
eventualmente scoprire sempre in fase molto precoce un insorgenza di un tumore al seno.
A cura del Prof. Massimo Vergine
per approfondimenti www.senologia.eu
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