Nella Prevenzione del tumore al seno la diagnosi precoce è uno strumento fondamentale per riconoscere in tempo e curare quel male devastante che colpisce anche le donne di giovane età e in questo quadro, l’autopalpazione del seno s’inserisce come preziosa modalità che ognuna può mettere in pratica per fronteggiare l’insorgere di un’eventuale malattia.
È un esame efficace ed economico che consente di individuare anche la più piccola anomalia in fase precoce e che, insieme ai test di screening come la mammografia (consigliata dopo i 40 anni), l’ecografia al seno e le regolari visite senologiche dai 20 anni in poi, diventa un’arma potente letteralmente a portata di mano delle donne.
Non bisogna avere né fretta né timori quando si decide di effettuare un’autopalpazione, da eseguire con calma e senza distrazioni di sorta e soprattutto con la costanza mensile, dato che è proprio la frequenza a consentire di intervenire in tempo contro questo insidioso nemico della salute femminile. Le donne fertili è bene che comincino a calendarizzare l’autoesame subito dopo la fine del ciclo mestruale, mentre coloro che sono in post menopausa potranno scegliere un periodo del mese per procedere di 30 giorni in 30 giorni.
Ma come si effettua l’autopalpazione del seno?
1- Davanti allo specchio, il seno nudo va osservato in modo obiettivo e critico, scevro da qualsiasi valutazione estetica, sia per l’aspetto, eventuali asimmetrie, il colore dei capezzoli.
2- Sollevare le braccia e notare le modifiche del seno al cambio di posizione, senza tralasciare la zona delle ascelle e possibile rigonfiamento dei linfonodi.
3- Osservarsi di fianco, osservando il profilo del seno sia a riposo che con contrazione del muscolo pettorale. A questo punto può cominciare l’autopalpazione vera e propria, usando sempre la mano opposta alla mammella da esaminare.
4- Si parte dal centro, quindi dal capezzolo, e delicatamete si effettua una mappatura completa del seno in senso orario, senza tralasciare alcun punto, perché ogni porzione deve essere sottoposta ad una sorta di scansione per individuare ogni più piccolo rigonfiamento, nodulo, tumefazione. Se si percepisce qualche ‘pallina’ di troppo, in genere si tratta di formazioni del tutto benigne.
In ogni modo, mai sottovalutare nulla, soprattutto quando si scopre un’anomalia, anche piccola, che prima non c’era, così da valutare se si tratta di un nodulo mobile o fisso, dolente al tatto o meno, in che zona del seno si trova, se è collegato a modifiche del capezzolo (ad esempio secrezioni sierose o cambiamento del colore dell’areola).
5- Una visita senologica, infine, aiuterà a liberarsi da ogni dubbio, così da non sminuire né esasperare dei particolari che vanno sempre sottoposti all'esame del senologo
A cura del prof. Massimo Vergine
Per approfondimenti www.senologia.eu http://www.senologia.eu/
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