Grazie a una nuova tecnica che prevede il trapianto di cellule e tessuto adiposo è possibile ricostruire la mammella delle donne operate di tumore
Qualcosa sta cambiando, almeno per coloro che desiderano intervenire sul proprio seno: oggi possono contare su quello che viene definito trapianto di cellule staminali. Anche se, specifica Maurizio Nava, chirurgo plastico-ricostruttivo dell'Istituto dei tumori di Milano, che ha già al suo attivo oltre 1.250 interventi di questo tipo, "non si trapiantano le staminali, ma il tessuto adiposo nel suo insieme, perché solo nella miscela sono presenti tutti quei fattori di crescita che rendono possibile l'attecchimento e il successivo sviluppo delle cellule staminali".
Le staminali, infatti, sono non più dell'1-3 per cento del volume, il resto è costituito da cellule adipose, prelevate dalla donna, fatto che elimina qualunque rischio di rigetto. Una volta iniettate, le staminali iniziano a crescere, riempiono gli spazi a disposizione e danno alla mammella quella naturalezza che nessuna protesi può garantire, favorendo anche la guarigione di eventuali cicatrici.
Resta da stabilire in che condizioni è possibile il trapianto. E, annota Nava: "Quando lo si fa per motivi estetici bisogna stare molto attenti alla storia della donna, e cioè verificare se nella sua famiglia ci sono stati tumori e, in questo caso, se lei stessa ha i geni mutati che predispongono alla malattia (Brca 1 e 2); o anche, più semplicemente, se ha un tipo di mammella difficile da visualizzare alla mammografia: non sappiamo ancora se le cellule staminali possano avere, negli anni, effetti su donne più a rischio di tumore, e per questo la cautela deve essere massima".
Se invece a richiedere l'intervento sono donne operate per un tumore, il trapianto può sia migliorare l'aspetto del seno sia ricostruirlo completamente, perché dopo la radioterapia e la chemioterapia è facile che i tessuti non rispondano come si vorrebbe. "Bisogna tenere presente", conclude il chirurgo, che non tutte reagiscono allo stesso modo: in alcune il trapianto attecchisce bene, in altre molto meno, a causa della minore produzione di fattori di crescita". Per questo esistono appositi test per capire prima con che tipo di tessuto si va a lavorare, e algoritmi di trattamento per decidere qual è l'approccio migliore. Inoltre conta molto il peso della donna: se è troppo magra, difficilmente avrà tessuto adiposo a sufficienza.
Le staminali, infatti, sono non più dell'1-3 per cento del volume, il resto è costituito da cellule adipose, prelevate dalla donna, fatto che elimina qualunque rischio di rigetto. Una volta iniettate, le staminali iniziano a crescere, riempiono gli spazi a disposizione e danno alla mammella quella naturalezza che nessuna protesi può garantire, favorendo anche la guarigione di eventuali cicatrici.
Resta da stabilire in che condizioni è possibile il trapianto. E, annota Nava: "Quando lo si fa per motivi estetici bisogna stare molto attenti alla storia della donna, e cioè verificare se nella sua famiglia ci sono stati tumori e, in questo caso, se lei stessa ha i geni mutati che predispongono alla malattia (Brca 1 e 2); o anche, più semplicemente, se ha un tipo di mammella difficile da visualizzare alla mammografia: non sappiamo ancora se le cellule staminali possano avere, negli anni, effetti su donne più a rischio di tumore, e per questo la cautela deve essere massima".
Se invece a richiedere l'intervento sono donne operate per un tumore, il trapianto può sia migliorare l'aspetto del seno sia ricostruirlo completamente, perché dopo la radioterapia e la chemioterapia è facile che i tessuti non rispondano come si vorrebbe. "Bisogna tenere presente", conclude il chirurgo, che non tutte reagiscono allo stesso modo: in alcune il trapianto attecchisce bene, in altre molto meno, a causa della minore produzione di fattori di crescita". Per questo esistono appositi test per capire prima con che tipo di tessuto si va a lavorare, e algoritmi di trattamento per decidere qual è l'approccio migliore. Inoltre conta molto il peso della donna: se è troppo magra, difficilmente avrà tessuto adiposo a sufficienza.
Per approfondimenti sulla tecnica del lipofilling www.senologia.eu
a cura del Prof. Massimo Vergine
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