Su 31.000 nuovi casi di tumore della mammella, che si registrano all’anno in Italia, circa 2.000 riguardano giovani donne di età inferiore ai 40 anni. Significativo è l’aumento della sopravvivenza da questa malattia grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche e delle modalità terapeutiche e l’ impegno clinico teso al recupero della qualità di vita delle donne colpite da questa malattia.
L’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma (IRE) da tempo ha dato vita al PROgetto MEnopausa e TErapie Oncologiche – PROMETEO: Centro di diagnosi e cura dei sintomi e segnali di menopausa nelle donne sottoposte a trattamenti oncologici. Infatti l’utilizzo di farmaci per la terapia ormonale del tumore della mammella, come il Tamoxifene o Inibitori dell’Aromatasi, è da un lato indispensabile nella cura, in quanto garantisce un’importante riduzione della recidiva, ma dall’altro lato comporta rilevanti effetti collaterali, primo fra tutti la menopausa precoce ed i sintomi ad essa correlati.
“Il Centro PROMETEO è uno dei rari Centri Specialistici in Italia che si prende cura delle donne con malattia oncologica pregressa o in atto – spiega il Dott. Luciano Mariani Responsabile degli ambulatori ginecologici dell'Istituto Regina Elena - La nostra attenzione è rivolta soprattutto alle donne in cui lo stato di menopausa viene indotto direttamente o indirettamente dai trattamenti per la cura della patologia neoplastica ed è strutturato in senso multidisciplinare.” Il 30 gennaio prossimo, si svolgerà a Roma presso l’Istituto Regina Elena un incontro tra esperti di fama mondiale, tra cui il prof.Jack Cuzick, Professore di epidemiologia al Wolfson Institute of Preventive Medicine di Londra, tra i massimi esperti mondiali in metanalisi sui principali temi oncologici e di prevenzione, occasione di un serio confronto tra oncologi e ginecologi su queste tematiche a cavallo tra le due specialità. “Il cancro della mammella - spiega il Dott. Enrico Vizza, Direttore della Ginecologia Oncologica IRE - rappresenta oggi, nonostante i significativi progressi nel campo della prevenzione, della diagnosi e del trattamento, un evento traumatico per qualsiasi donna.”
Il trattamento ormonoterapico adiuvante (con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi), prolungato nel tempo, è indispensabile nella cura del cancro della mammella. Se l’utilizzo di questi farmaci garantisce un’importante riduzione della recidiva, rilevanti effetti collaterali gravano sulla qualità di vita della donna. I più importanti riguardano la comparsa della menopausa precoce ed i sintomi ad essa correlati, tra cui quelli vasomotori (sudorazioni, vampate), disturbi del sonno e concentrazione, disturbi della sessualità, del tratto uro-vescicale, osteoporosi ed altri ancora. Questi sintomi, o le paure legati ad essi, sono motivo di grande ansia nella donna e di richiesta di continue consulenze. “Le donne operate per carcinoma della mammella – afferma la Dott.ssa Patrizia Vici, responsabile dell’SSO sul carcinoma della mammella, Oncologia Medica B dell’Istituto Regina Elena - fortunatamente hanno una lunga aspettativa di vita, e pertanto l’obiettivo di noi oncologi è quello di ottenere la migliore qualità di vita possibile per queste donne. E’di grande rilevanza, quindi l’'individuazione e la gestione "corretta" degli effetti collaterali, a breve e lungo termine, noti e meno noti, delle terapie "precauzionali" utilizzate in questi casi, nonché la conoscenza di altre problematiche emergenti, quali le interferenze farmacologiche causate da alcuni farmaci di supporto. Ad esempio alcuni antidepressivi, possono interferire pesantemente con l'efficacia di alcune terapie oncologiche “ormonali”, oppure, la presenza di alcune varianti geniche individuali possono controindicare la scelta di uno specifico trattamento. Non meno importante è la collaborazione con altri specialisti, in particolare i ginecologi, che si trovano frequentemente a gestire le nostre pazienti sulle problematiche "ginecologiche" e non, quali secchezza vaginale, riduzione della libido, aumento di peso, algie osteoarticolari e osteoporosi, depressione, vampate etc. affinché vengano effettuate prescrizioni congrue e non dannose per la paziente. Oggi è possibile fare molto per queste pazienti e per i molteplici sintomi che rilevano.”
Il prof. Silverio Tomao, oncologo medico dell’Università la Sapienza di Roma, ribadisce “l’importanza di instaurare una collaborazione multidisciplinare tra oncologi medici e ginecologi e, ancora, psicologi/psichiatri ed eventuali altre competenze coinvolte nella complessa gestione di queste pazienti. L’aumento significativo della sopravvivenza di queste donne ha infatti modificato, in parte, la filosofia di approccio di noi medici e, auspicabilmente, tale approccio sarà sempre più mirato anche alla qualità di vita delle pazienti e non esclusivamente alla sopravvivenza. ” “Nelle giovani pazienti, - sottolinea il Dott. Enrico Vizza - la scelta del trattamento chemio-radioterapico deve considerare le possibili ripercussioni che si possono determinare sulla fertilità della donna stessa. Al momento attuale la preservazione della fertilità si avvale della crioconservazione, della vitrificazione degli ovociti oppure della crioconservazione del tessuto ovarico, che rappresenta uno degli obbiettivi più ambiziosi della ricerca, in quanto può permettere una gravidanza futura a donne affette da malattie oncologiche.” “Questa giornata di studio – afferma il Prof. Francesco Bevere, Direttore Generale degli Istituti Regina Elena e San Gallicano - rappresenta pienamente la missione principale dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, sempre orientata a valorizzare le capacità tecnico professionali dei nostri specialisti e dei nostri ricercatori, l’appropriatezza clinica delle nostre cure e l’innovazione tecnologica, ponendo nel contempo la massima attenzione al rispetto dell’integrità e della dignità della persona, ed al miglioramento della qualità della vita delle donne dopo una malattia così importante. Siamo abituati ad accompagnare le persone in ogni momento del loro difficile percorso.”
L’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma (IRE) da tempo ha dato vita al PROgetto MEnopausa e TErapie Oncologiche – PROMETEO: Centro di diagnosi e cura dei sintomi e segnali di menopausa nelle donne sottoposte a trattamenti oncologici. Infatti l’utilizzo di farmaci per la terapia ormonale del tumore della mammella, come il Tamoxifene o Inibitori dell’Aromatasi, è da un lato indispensabile nella cura, in quanto garantisce un’importante riduzione della recidiva, ma dall’altro lato comporta rilevanti effetti collaterali, primo fra tutti la menopausa precoce ed i sintomi ad essa correlati.
“Il Centro PROMETEO è uno dei rari Centri Specialistici in Italia che si prende cura delle donne con malattia oncologica pregressa o in atto – spiega il Dott. Luciano Mariani Responsabile degli ambulatori ginecologici dell'Istituto Regina Elena - La nostra attenzione è rivolta soprattutto alle donne in cui lo stato di menopausa viene indotto direttamente o indirettamente dai trattamenti per la cura della patologia neoplastica ed è strutturato in senso multidisciplinare.” Il 30 gennaio prossimo, si svolgerà a Roma presso l’Istituto Regina Elena un incontro tra esperti di fama mondiale, tra cui il prof.Jack Cuzick, Professore di epidemiologia al Wolfson Institute of Preventive Medicine di Londra, tra i massimi esperti mondiali in metanalisi sui principali temi oncologici e di prevenzione, occasione di un serio confronto tra oncologi e ginecologi su queste tematiche a cavallo tra le due specialità. “Il cancro della mammella - spiega il Dott. Enrico Vizza, Direttore della Ginecologia Oncologica IRE - rappresenta oggi, nonostante i significativi progressi nel campo della prevenzione, della diagnosi e del trattamento, un evento traumatico per qualsiasi donna.”
Il trattamento ormonoterapico adiuvante (con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi), prolungato nel tempo, è indispensabile nella cura del cancro della mammella. Se l’utilizzo di questi farmaci garantisce un’importante riduzione della recidiva, rilevanti effetti collaterali gravano sulla qualità di vita della donna. I più importanti riguardano la comparsa della menopausa precoce ed i sintomi ad essa correlati, tra cui quelli vasomotori (sudorazioni, vampate), disturbi del sonno e concentrazione, disturbi della sessualità, del tratto uro-vescicale, osteoporosi ed altri ancora. Questi sintomi, o le paure legati ad essi, sono motivo di grande ansia nella donna e di richiesta di continue consulenze. “Le donne operate per carcinoma della mammella – afferma la Dott.ssa Patrizia Vici, responsabile dell’SSO sul carcinoma della mammella, Oncologia Medica B dell’Istituto Regina Elena - fortunatamente hanno una lunga aspettativa di vita, e pertanto l’obiettivo di noi oncologi è quello di ottenere la migliore qualità di vita possibile per queste donne. E’di grande rilevanza, quindi l’'individuazione e la gestione "corretta" degli effetti collaterali, a breve e lungo termine, noti e meno noti, delle terapie "precauzionali" utilizzate in questi casi, nonché la conoscenza di altre problematiche emergenti, quali le interferenze farmacologiche causate da alcuni farmaci di supporto. Ad esempio alcuni antidepressivi, possono interferire pesantemente con l'efficacia di alcune terapie oncologiche “ormonali”, oppure, la presenza di alcune varianti geniche individuali possono controindicare la scelta di uno specifico trattamento. Non meno importante è la collaborazione con altri specialisti, in particolare i ginecologi, che si trovano frequentemente a gestire le nostre pazienti sulle problematiche "ginecologiche" e non, quali secchezza vaginale, riduzione della libido, aumento di peso, algie osteoarticolari e osteoporosi, depressione, vampate etc. affinché vengano effettuate prescrizioni congrue e non dannose per la paziente. Oggi è possibile fare molto per queste pazienti e per i molteplici sintomi che rilevano.”
Il prof. Silverio Tomao, oncologo medico dell’Università la Sapienza di Roma, ribadisce “l’importanza di instaurare una collaborazione multidisciplinare tra oncologi medici e ginecologi e, ancora, psicologi/psichiatri ed eventuali altre competenze coinvolte nella complessa gestione di queste pazienti. L’aumento significativo della sopravvivenza di queste donne ha infatti modificato, in parte, la filosofia di approccio di noi medici e, auspicabilmente, tale approccio sarà sempre più mirato anche alla qualità di vita delle pazienti e non esclusivamente alla sopravvivenza. ” “Nelle giovani pazienti, - sottolinea il Dott. Enrico Vizza - la scelta del trattamento chemio-radioterapico deve considerare le possibili ripercussioni che si possono determinare sulla fertilità della donna stessa. Al momento attuale la preservazione della fertilità si avvale della crioconservazione, della vitrificazione degli ovociti oppure della crioconservazione del tessuto ovarico, che rappresenta uno degli obbiettivi più ambiziosi della ricerca, in quanto può permettere una gravidanza futura a donne affette da malattie oncologiche.” “Questa giornata di studio – afferma il Prof. Francesco Bevere, Direttore Generale degli Istituti Regina Elena e San Gallicano - rappresenta pienamente la missione principale dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, sempre orientata a valorizzare le capacità tecnico professionali dei nostri specialisti e dei nostri ricercatori, l’appropriatezza clinica delle nostre cure e l’innovazione tecnologica, ponendo nel contempo la massima attenzione al rispetto dell’integrità e della dignità della persona, ed al miglioramento della qualità della vita delle donne dopo una malattia così importante. Siamo abituati ad accompagnare le persone in ogni momento del loro difficile percorso.”
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