Cancro al seno: nuove terapie personalizzate

Cancro al seno, nuovo farmaco Cure personalizzate per guarire

Alcuni tumori della mammella sono più aggressivi e richiedono una terapia pre-intervento. Una nuova molecola aumenta la possibilità di riuscita dell'operazione se associata alla chemioterapia, portando la sopravvivenza senza recidiva al 71%. Lo rileva una ricerca italiana pubblicata su The Lancet

Il tumore al seno oggi si sconfigge. In Italia vengono diagnosticati 38 mila caso all’anno, 152 ogni centomila donne. E la mortalità è del 17 per cento. Ma alcuni carcinomi, in uno stadio avanzato, sono più resistenti e non sono operabili. Le dimensioni non consentono ai medici di poter intervenire subito e richiedono una chemioterapia pre-operatoria. Una condizione questa che interessa una malata su dieci (6-10%). Oggi però un nuovo farmaco ha dimostrato di essere efficace se abbinato alla cura che precede l’intervento. Si chiama trastuzumab e il 71% delle donne colpite dal tumore del seno HER2-positivo localmente avanzato e curate con questa molecola sopravvive senza recidiva. La sola chemioterapia invece riesce ad avere lo stesso risultato solo sul 56% delle malate operate. Il risultato della sperimentazione del farmaco è stato pubblicato su The Lancet, lo studio invece si chiama NOAH e porta la firma dell’Istituto nazionale dei tumori.

Terapie personalizzate. "I risultati di questo studio dimostrano che si è compiuto un altro significativo passo avanti nella lotta contro il tumore mammario – spiega il professor Luca Gianni, direttore di oncologia medica uno dell’Istituto nazionale dei tumori e autore della ricerca – L'evidenza scientifica ormai indica che farmaci mirati, come trastuzumab contro HER2, aumentano in la possibilità di intervento quando associati alla chemioterapia, portando la sopravvivenza libera da malattia al 71% in un gruppo di donne altrimenti destinato a un decorso molto grave di recidivale progressione".

Lo studio: il farmaco è ben tollerato. Per arrivare a questa conclusione il team guidato dal professor Gianni ha arruolato 235 pazienti con cancro localmente avanzato di nuova diagnosi, positivo al recettore HER2. A queste donne è stata somministrata per un anno chemioterapia neoadiuvante, e alla metà (117) anche trastuzumab. Il programma terapeutico con trastuzumab è stato ben tollerato. “Malgrado la sua associazione con doxorubicina – continua Gianni – aggravi gli effetti collaterali di questo farmaco, solo il 2% delle pazienti ha sviluppato scompenso cardiaco comunque controllato con terapia cardiologiche”. È un passo avanti nella cura di questo tipo di cancro, conclude l’esperto, e rappresenta un passo di partenza per sviluppare nuove strategie terapeutiche per trattare il carcinoma mammario.
(29 Gennaio 2010)

Per approfondimenti sul tumore al seno www.senologia.eu a cura del Prof. Massimo Vergine

Commenti