Secondo uno studio di ricercatori italiani i tumori con meno di 1cm di diametro e Her 2 negativi hanno scarse possibilità di dare recidive.
Milano - Sono mini-tumori al seno, più piccoli di un centimetro, ma potrebbero tornare a colpire anche dopo l'intervento chirurgico. E la 'spia' del rischio di recidiva è anche in questo caso la presenza sulla membrana delle cellule del recettore Her2. La scoperta è made in Italy: il 'Journal of Clinical Oncology' ha pubblicato i risultati di uno studio dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, sui tumori al seno di piccole dimensioni dopo la chirurgia.
Alcuni ricercatori hanno dimostrato che i tumori al seno di diametro inferiore al centimetro, e non diffusi ai linfonodi, hanno in generale un basso rischio di ripresa di malattia. Tuttavia il pericolo di recidiva locale è superiore se questi tumori sono Her2-positivi. Una scoperta che apre la strada a nuove strategie terapeutiche.
"Grazie diagnosi precoce e lo sviluppo tecnologico dei suoi strumenti ci aiuta a identificare tumori al seno iniziali - spiega in una nota Giuseppe Curigliano, autore dello studio e vice direttore della Divisione di Oncologia medica dell'Ieo - Tuttavia non sapevamo come si comportano questi tumori dopo la chirurgia, e dunque non avevamo indicazioni chiare su come trattarli".
Per la prima volta l'Ieo ha studiato per un periodo di 8 anni un gruppo di 2.130 donne operate per cancro al seno di diametro inferiore al centimetro con i linfonodi sani. Risultato: i ricercatori hanno osservato che "la sopravvivenza non cambia, ma le donne che hanno Her2 espresso presentano un rischio maggiore di recidiva locale, un evento comunque curabile". Come comportarsi in questi casi? Per i tumori al seno sopra il centimetro e Her2 positivi esiste un farmaco 'intelligente', l'Herceptin* (trastuzumab), in grado di dimezzare il rischio di recidiva, vale a dire di annullare il rischio aggiuntivo legato alla presenza di Her2.
www.senologia.eu per approfondimenti
Milano - Sono mini-tumori al seno, più piccoli di un centimetro, ma potrebbero tornare a colpire anche dopo l'intervento chirurgico. E la 'spia' del rischio di recidiva è anche in questo caso la presenza sulla membrana delle cellule del recettore Her2. La scoperta è made in Italy: il 'Journal of Clinical Oncology' ha pubblicato i risultati di uno studio dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, sui tumori al seno di piccole dimensioni dopo la chirurgia.
Alcuni ricercatori hanno dimostrato che i tumori al seno di diametro inferiore al centimetro, e non diffusi ai linfonodi, hanno in generale un basso rischio di ripresa di malattia. Tuttavia il pericolo di recidiva locale è superiore se questi tumori sono Her2-positivi. Una scoperta che apre la strada a nuove strategie terapeutiche.
"Grazie diagnosi precoce e lo sviluppo tecnologico dei suoi strumenti ci aiuta a identificare tumori al seno iniziali - spiega in una nota Giuseppe Curigliano, autore dello studio e vice direttore della Divisione di Oncologia medica dell'Ieo - Tuttavia non sapevamo come si comportano questi tumori dopo la chirurgia, e dunque non avevamo indicazioni chiare su come trattarli".
Per la prima volta l'Ieo ha studiato per un periodo di 8 anni un gruppo di 2.130 donne operate per cancro al seno di diametro inferiore al centimetro con i linfonodi sani. Risultato: i ricercatori hanno osservato che "la sopravvivenza non cambia, ma le donne che hanno Her2 espresso presentano un rischio maggiore di recidiva locale, un evento comunque curabile". Come comportarsi in questi casi? Per i tumori al seno sopra il centimetro e Her2 positivi esiste un farmaco 'intelligente', l'Herceptin* (trastuzumab), in grado di dimezzare il rischio di recidiva, vale a dire di annullare il rischio aggiuntivo legato alla presenza di Her2.
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