Seno nuovo? Sopra 18 anni
Martini: servono norme più severe a garanzia della sicurezza e dell'informazione delle donne
di Francesca Martini *
Pubblichiamo volentieri questo articolo del sottosegretario, in cui spiega perché vuole emanare linee guida sugli interventi
di chirurgia estetica.
Anche nel nostro Paese, come nel resto d'Europa, si è registrato negli ultimi anni un continuo aumento del numero di donne che, a scopo di ricostruzione chirurgica o per ragioni estetiche, decidono di ricorrere a protesi mammarie. In mancanza di dati ufficiali sul fenomeno, si stima che la percentuale di donne che ricorre ad interventi chirurgici per motivi estetici si attesti attorno al 75-80 per cento, di cui solo il 20-25 per cento sarebbe mosso da esigenze mediche.
Rischi per la salute
Indipendentemente dalle motivazioni, è comunque appurato che il ricorso ad impianti protesici mammari comporta conseguenze spesso non irrilevanti sulla salute della donna, che ovviamente variano a seconda della tecnica utilizzata e del materiale di riempimento impiegato, nonché sulla base del singolo follow-up dell'intervento.
Nonostante l'esistenza di una prima casistica sulla questione, i rischi connessi agli interventi di plastica mammaria continuano tuttavia ad essere sottovalutati, anche perché non appare sempre garantita alle donne un'adeguata informazione.
Alla luce di queste considerazioni di carattere generale, si comprende come il fenomeno richieda un intervento normativo, volto a dettare più severe disposizioni a garanzia dei requisiti di sicurezza delle protesi mammarie e a tutela del diritto all'informazione delle pazienti. In particolare, è importante garantire alle donne che decidono di impiantare nel proprio corpo protesi mammarie una completa informazione su tutti i vantaggi e gli svantaggi dell'operazione, nonché sulla durata dell'impianto protesico, che spesso necessita di essere sostituito dopo un certo periodo di tempo. Non bisogna peraltro dimenticare la stretta interrelazione tra le problematiche connesse al ricorso alle protesi mammarie e le attività di prevenzione dei tumori alla mammella, in quanto la presenza di un impianto protesico mammario può, in determinate circostanze, richiedere particolari procedure e competenze di esami diagnostici, quali la mammografia, volti ad accertare l'assenza di masse tumorali. Anche per questo è assolutamente necessario favorire la più ampia informazione possibile alle pazienti, per evitare che scelte approssimative fatte al presente possano pregiudicare l'efficacia delle attività future di prevenzione.
La bellezza è da secoli il primo codice con cui viene classificata una donna, una bellezza interpretata attraverso chiavi di lettura prettamente fisiche e che negli ultimi anni è diventata quasi un imperativo. L'universo femminile - e in particolar modo nell'età adolescenziale - è per questo sempre più attraversato da un senso di inadeguatezza rispetto ad un modello ritenuto ideale, che può di volta in volta modificarsi ma rimane ugualmente irraggiungibile. Ed è così che il pressante peso dell'accettazione sociale legata ad un aspetto piacevole ha fatto crescere l'interesse accordato agli interventi di chirurgia e medicina estetica.
Insoddisfatte
Da un recente sondaggio della SWG è emerso infatti che una donna su tre ammette di essere scontenta del proprio aspetto fisico, il 36% delle minorenni non si piace e di queste il 17% non è soddisfatto del proprio seno. In generale il 49% delle intervistate ritiene che un seno prosperoso aumenti l'autostima migliorando la percezione di sé, sebbene il 60% delle donne abbia dichiarato di non avere sufficienti conoscenze sugli impianti di protesi mammarie e l'87% delle intervistate sia comunque favorevole ad una normativa che vieti tali interventi per le minorenni.
Sono infatti proprio le adolescenti, in quanto più fragili e sensibili ai messaggi dei media, a chiedere sempre più spesso "un seno nuovo". Considerati i rischi per la salute di interventi eseguiti quando la ghiandola mammaria non è ancora formata e ad uno sviluppo psico-fisico ancora in evoluzione, stiamo valutando la possibilità di emanare linee guida che vietino i ritocchi sulle minori non motivati da esigenze mediche.
Registro delle protesi
Vorrei a questo punto chiarire di non essere contraria alla chirurgia estetica, ma di voler fornire a chi vuole sottoporsi a questo tipo di interventi garanzie e sicurezza. A questo scopo ho insediato presso il ministero un tavolo tecnico-scientifico per la formulazione di una proposta nel settore e l'istituzione di un Registro nazionale delle protesi mammarie che ne garantisca la tracciabilità indicando i materiali usati per le protesi, il numero degli interventi, le strutture dove questi vengono effettuati e l'esito degli stessi. Tutto ciò per ottenere un preciso quadro epidemiologico, nel rispetto della privacy delle pazienti ma anche nel costante impegno per la tutela e la salvaguardia della salute femminile.
* Sottosegretario alla Salute ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Martini: servono norme più severe a garanzia della sicurezza e dell'informazione delle donne
di Francesca Martini *
Pubblichiamo volentieri questo articolo del sottosegretario, in cui spiega perché vuole emanare linee guida sugli interventi
di chirurgia estetica.
Anche nel nostro Paese, come nel resto d'Europa, si è registrato negli ultimi anni un continuo aumento del numero di donne che, a scopo di ricostruzione chirurgica o per ragioni estetiche, decidono di ricorrere a protesi mammarie. In mancanza di dati ufficiali sul fenomeno, si stima che la percentuale di donne che ricorre ad interventi chirurgici per motivi estetici si attesti attorno al 75-80 per cento, di cui solo il 20-25 per cento sarebbe mosso da esigenze mediche.
Rischi per la salute
Indipendentemente dalle motivazioni, è comunque appurato che il ricorso ad impianti protesici mammari comporta conseguenze spesso non irrilevanti sulla salute della donna, che ovviamente variano a seconda della tecnica utilizzata e del materiale di riempimento impiegato, nonché sulla base del singolo follow-up dell'intervento.
Nonostante l'esistenza di una prima casistica sulla questione, i rischi connessi agli interventi di plastica mammaria continuano tuttavia ad essere sottovalutati, anche perché non appare sempre garantita alle donne un'adeguata informazione.
Alla luce di queste considerazioni di carattere generale, si comprende come il fenomeno richieda un intervento normativo, volto a dettare più severe disposizioni a garanzia dei requisiti di sicurezza delle protesi mammarie e a tutela del diritto all'informazione delle pazienti. In particolare, è importante garantire alle donne che decidono di impiantare nel proprio corpo protesi mammarie una completa informazione su tutti i vantaggi e gli svantaggi dell'operazione, nonché sulla durata dell'impianto protesico, che spesso necessita di essere sostituito dopo un certo periodo di tempo. Non bisogna peraltro dimenticare la stretta interrelazione tra le problematiche connesse al ricorso alle protesi mammarie e le attività di prevenzione dei tumori alla mammella, in quanto la presenza di un impianto protesico mammario può, in determinate circostanze, richiedere particolari procedure e competenze di esami diagnostici, quali la mammografia, volti ad accertare l'assenza di masse tumorali. Anche per questo è assolutamente necessario favorire la più ampia informazione possibile alle pazienti, per evitare che scelte approssimative fatte al presente possano pregiudicare l'efficacia delle attività future di prevenzione.
La bellezza è da secoli il primo codice con cui viene classificata una donna, una bellezza interpretata attraverso chiavi di lettura prettamente fisiche e che negli ultimi anni è diventata quasi un imperativo. L'universo femminile - e in particolar modo nell'età adolescenziale - è per questo sempre più attraversato da un senso di inadeguatezza rispetto ad un modello ritenuto ideale, che può di volta in volta modificarsi ma rimane ugualmente irraggiungibile. Ed è così che il pressante peso dell'accettazione sociale legata ad un aspetto piacevole ha fatto crescere l'interesse accordato agli interventi di chirurgia e medicina estetica.
Insoddisfatte
Da un recente sondaggio della SWG è emerso infatti che una donna su tre ammette di essere scontenta del proprio aspetto fisico, il 36% delle minorenni non si piace e di queste il 17% non è soddisfatto del proprio seno. In generale il 49% delle intervistate ritiene che un seno prosperoso aumenti l'autostima migliorando la percezione di sé, sebbene il 60% delle donne abbia dichiarato di non avere sufficienti conoscenze sugli impianti di protesi mammarie e l'87% delle intervistate sia comunque favorevole ad una normativa che vieti tali interventi per le minorenni.
Sono infatti proprio le adolescenti, in quanto più fragili e sensibili ai messaggi dei media, a chiedere sempre più spesso "un seno nuovo". Considerati i rischi per la salute di interventi eseguiti quando la ghiandola mammaria non è ancora formata e ad uno sviluppo psico-fisico ancora in evoluzione, stiamo valutando la possibilità di emanare linee guida che vietino i ritocchi sulle minori non motivati da esigenze mediche.
Registro delle protesi
Vorrei a questo punto chiarire di non essere contraria alla chirurgia estetica, ma di voler fornire a chi vuole sottoporsi a questo tipo di interventi garanzie e sicurezza. A questo scopo ho insediato presso il ministero un tavolo tecnico-scientifico per la formulazione di una proposta nel settore e l'istituzione di un Registro nazionale delle protesi mammarie che ne garantisca la tracciabilità indicando i materiali usati per le protesi, il numero degli interventi, le strutture dove questi vengono effettuati e l'esito degli stessi. Tutto ciò per ottenere un preciso quadro epidemiologico, nel rispetto della privacy delle pazienti ma anche nel costante impegno per la tutela e la salvaguardia della salute femminile.
* Sottosegretario alla Salute ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
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http://www.renovar.it/chirurgia-estetica/chirurgia-corpo/66-dermolipectomia-addominale.html
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